Uno dei maggiori trend che stanno impattando sul marketing digitale è l'adozione sempre più frequente della tecnologia di ricerca vocale, che cambierà sempre più il modo in cui si ottimizzano i siti Web in base a parole chiave e query mirate.
L’uso di assistenti vocali per smartphone e altoparlanti intelligenti, come Siri di Apple, Alexa di Amazon, Cortana di Windows e Google Home sta cambiando, infatti, anche le nostre abitudini di ricerca sul web.
Solo un paio di anni fa, la ricerca vocale rappresentava una parte decisamente piccola delle ricerche totali in tutto il mondo. Oggi, secondo ricerche di Google Insights, oltre il 20% di tutte le ricerche da dispositivo mobile sono eseguite con la voce e una ricerca di Comscore ha previsto che entro il 2020 oltre la metà delle ricerche verrà eseguita utilizzando il comando vocale.
Come impatta la ricerca vocale sulla SEO dei siti web?
L'adozione in rapida crescita della ricerca vocale segue l'ascesa di ciò che è noto come "Internet senza schermo”, fenomeno accompagnato dallo sviluppo di "app senza schermo". Riportiamo qui di seguito due strategie chiave che andrebbero messe in atto per sfruttare il trend emergente della ricerca vocale.
1. Prendere atto che essere in prima pagina su Google non basta più
Per anni apparire sulla prima pagina dei risultati restituiti dai motori di ricerca è stato considerato una vittoria, perché si riteneva che gli utenti fossero abituati a scorrere almeno tutta la prima pagina e a dare un'occhiata a quanto proposto dal motore oltre il primo risultato di ricerca principale. La ricerca vocale sta cambiando tutto questo.
Agli utenti non vengono più presentate dieci diverse opzioni da esaminare prima di scegliere la risposta migliore alla loro query. Il più delle volte accade che o il primo risultato che ascoltano soddisfa la loro domanda o decidono di cambiare la loro stringa di ricerca iniziale. Ciò significa che essere il numero due o tre sulla prima pagina dei risultati non basta. Occorre che il sito sia ottimizzato per la ricerca vocale e ciò è possibile rendendo i contenuti altamente strutturati, formulandoli in modo che forniscano risposte a domande specifiche e che siano comprensibili agli agenti intelligenti che dovranno leggerli.
2. Ripensare e riformulare i contenuti in ottica di “query vocale"
Per ottimizzare i siti web in funzione della voice search, occorre considerare la differenza tra una ricerca digitata e una ricerca pronunciata, oltre a tenere conto del contesto e degli intenti di ricerca deli utenti.
Le domande che vengono poste restituiranno risultati di ricerca diversi rispetto alla digitazione di parole chiave.
Quando parliamo, tendiamo a usare più parole e a formulare frasi più lunghe rispetto a quando digitiamo sulla tastiera o sui nostri telefoni. Quindi, mentre la maggior parte delle ricerche testuali consistono in frammenti di frasi, le ricerche "senza schermo" vengono formulate generalmente sotto forma di domande "a coda lunga". È la differenza tra il semplice digitare "meteo Milano" in Google e chiedere a Siri "Come sarà il tempo a Milano sabato?"
Questo è il motivo per cui i contenuti dei siti che si desidera ottimizzare affinché possano accogliere traffico da query vocali, dovrebbero rispondere a modelli di linguaggio più naturali e conversazionali.
Invece di focalizzare i contenuti del sito su parole chiave o frasi più brevi, occorre ottimizzare le pagine secondo modelli più colloquiali di comunicazione, includendo le cosiddette “stop words”, ovvero congiunzioni, articoli e preposizioni che renderanno i contenuti più simili alle query di ricerca vocale degli utenti.